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Cittadinanzattiva, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione post sisma 2016 e  ActionAid Italia  hanno siglato un "accordo quadro di partenariato" per favorire il coinvolgimento delle comunità e del tessuto socio-economico locale nel processo di ricostruzione del Centro Italia, in particolare nei comuni più colpiti, da dove partiranno già nei prossimi giorni le prime azioni concrete.

Il progetto, denominato “Si. Parte - PercorSI di PARTEcipazione comunitaria per la ricostruzione”, prevede l’impegno delle due organizzazioni, che negli anni hanno sviluppato una qualificata esperienza nella informazione civica e nell’attivazione di percorsi di partecipazione dei cittadini alle fasi di ricostruzione post catastrofe, dall’Aquila 2009, all’Emilia 2012 e nello stesso Centro Italia dopo il 2016, per agevolare il coinvolgimento consapevole della popolazione e delle imprese con una serie di iniziative mirate.

Il progetto vede prootagonisti i comuni maggiormente colpiti dai sismi del 2016 (come individuato attraverso l’ordinanza del Commissario Straordinario alla ricostruzione n.101 del 2020), ed in particolare  Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Ussita, Visso, Preci, Campotosto.

Obiettivi:
 - migliorare il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine, delle loro associazioni, comitati o organismi di partecipazione comunque denominati; 
- accompagnare e sostenere le amministrazioni locali nel coinvolgimento della cittadinanza nei Programmi Straordinari di Ricostruzione (ord. 107/20); 
- fornire alla popolazione assistenza e tutela continuativa, con particolare riferimento alle barriere di accesso legate alle procedure burocratiche, al quadro normativo e regolamentare, grazie all’attivazione di uno sportello virtuale dedicato; 
- sostenere e diffondere il “Testo Unico per la ricostruzione privata” al fine di facilitare la consultazione dello stesso.

Gli accordi attuativi dell’intesa potranno riguardare il sostegno alle amministrazioni locali, i cittadini, gli stakeholder locali nella pianificazione della ricostruzione, l’assistenza e la tutela continuativa dei cittadini per superare le diseguaglianze indotte anche dalla burocrazia, il coinvolgimento proattivo della popolazione e delle imprese anche nella ricostruzione socio-economica dei territori, l’organizzazione di workshop formativi, iniziative ed eventi.

Cittadinanzattiva ha messo in campo, anche nel sisma del 2016, importanti azioni di tutela collettiva per il ripristino dei servizi essenziali e per il riconoscimento delle agevolazioni  post-sisma, e “presidi territoriali di partecipazione” per la ricostruzione di un tessuto sociale attraverso incontri di prossimità. Inoltre ha favorito la diffusione delle informazioni attraverso il proprio sito internet e un apposito Manuale di Azione Civica, promosso attività di monitoraggio e azioni di intervento in linea con lo storico impegno della organizzazione sulla sicurezza degli istituti scolastici.

ActionAid ha co-promosso il progetto OpenRicostruzione, in Emilia nel 2012 e contribuito al progetto OpenDataRicostruzione all’Aquila 2009, per il monitoraggio della ricostruzione, promosso una campagna per la ricostruzione degli edifici scolastici, opera in Centro Italia dal 2016, con i laboratori di monitoraggio civico ad Arquata, Amatrice, Camerino, con percorsi partecipativi a Muccia, Pescara del Tronto e Amatrice, ed ha lanciato nell’aprile 2019 la campagna SicuriPerDavvero.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il coordinatore del progetto Raniero Maggini: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Cos'è AHEAD

Il progetto “Action for Health and Equity: Addressing Medical Deserts” (AHEAD) mira a ridurre le disuguaglianze di salute affrontando la sfida dei cd. “deserti medici” in Europa. L'obiettivo è quello di ottenere un migliore accesso ai servizi sanitari, soprattutto nelle aree più carenti, e un accesso più equo a un numero sufficiente di operatori sanitari qualificati e motivati, a partire dai paesi coinvolti nel progetto: Italia, Moldavia, Paesi Bassi, Romania e Serbia. Le organizzazioni partner di AHEAD mirano a raggiungere questo obiettivo acquisendo conoscenze, incoraggiando l'innovazione (digitale) nella fornitura di servizi sanitari e applicando un approccio partecipativo alle decisioni politiche sulla salute pubblica.

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Obiettivi e attività

Il progetto fornirà conoscenze e strumenti ai responsabili politici pertinenti negli Stati membri dell'UE e nei paesi vicini. Questi strumenti potranno essere utilizzati per definire, progettare e attuare riforme basate sull'evidenza nel campo del personale sanitario che mirino in particolare a contrastare i deserti medici.

I partner di AHEAD si impegneranno nel:

  1. Raccogliere testimonianze e dati sulla manifestazione dei deserti medici

  2. Creare consenso su diverse misure politiche con cui i paesi possono contrastare i deserti medici

  3. Discutere delle opzioni politiche

Durata e fasi del progetto

Il progetto, coordinato da Wemos, ha una durata di 26 mesi, da Aprile 2021 a Maggio 2023, e si articolerà nelle seguenti tre fasi:

  • Fase 1: raccogliere testimonianze e dati: aprile 2021 - maggio 2022

  • Fase 2: creare consenso: maggio 2022 - ottobre 2022

  • Fase 3: discutere delle opzioni politiche: ottobre 2022 - aprile 2023

Risultati attesi

I partner di AHEAD lavoreranno per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • analisi delle principali decisioni politiche adottate in tema di deserti medici;

  • soluzioni politiche contestualizzate e fattibili per affrontare i deserti medici nei paesi del progetto;

  • una migliore definizione e tassonomia dei deserti medici;

  • uno strumento di monitoraggio diagnostico dei deserti medici;

  • un approccio testato e replicabile per una politica sanitaria partecipativa;

  • una rete di operatori per il contrasto alla desertificazione medica (Medical Deserts Network).

Seguiteci su:

  • Facebook: @medicaldeserts 

Contatti:

Bianca Ferraiolo, Head of the Representative Office to the EU and Senior Manager EU Affairs at Cittadinanzattiva: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Co-funded by the Health Programme of the European Union

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(ultimo aggiornamento: Luglio 2021)

IMG RACCOMANDAZIONE MEDICINA PERSO

Scarica la raccomandazione civica

La profilazione molecolare e la possibilità di accedere a terapie collegate ad alterazioni molecolari, che necessitano quindi di test in grado di individuarle, rappresentano una delle innovazioni più importanti in oncologia. Infatti, per i pazienti nei quali vengono individuate queste alterazioni, l’approccio terapeutico può cambiare in maniera sostanziale consentendo il ricorso a trattamenti mirati, più efficaci e anche meglio tollerati rispetto alle terapie tradizionali portando ad una miglior aderenza terapeutica al trattamento e ad una migliore qualità di vita.

I nuovi farmaci oncologici vengono studiati all’interno di studi clinici sempre più complessi facendo emergere un modello che basa la selezione del trattamento sulle alterazioni genetiche del tumore (mutazioni o amplificazioni) e non più sull’organo sede del tumore stesso.

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 Il progetto Growing UP, finanziato dalla Regione Abruzzo tramite il Piano Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo, programma 2014 — 2021, si propone di ideare e avviare a L’Aquila un centro di aggregazione sociale e di servizi sociali, educativi e per il lavoro, capace di autosostenersi nel medio periodo senza bisogno di risorse pubbliche aggiuntive.

Il progetto, della durata di 18 mesi, sarà portato avanti dall’ATS guidata dal Comune dell’Aquila e che comprende, oltre a Cittadinanzattiva, Ecad n°5 “Montagne aquilane”, la Casa del Volontariato della provincia dell'Aquila, le associazioni L'Aquila che rinasce e Amici dei Musei d'Abruzzo, l’agenzia di sviluppo locale Terre pescaresi, Confcooperative Abruzzo.

Il centro di aggregazione sarà insediato nella Casa del volontariato e ospiterà le attività rivolte a 100 soggetti in marginalità sociale ed esclusi dal mercato del lavoro per porli al centro di un’attività di valutazione, formazione e reinserimento nei canali istituzionali di ricerca di un’attività lavorativa. Il modello operativo che sarà applicato deriverà da uno studio approfondito delle realtà più avanzate in Italia per il recupero delle fragilità sociali che vede la partecipazione diretta di Cittadinanzattiva e che è già in corso di perfezionamento.

L’individuazione dei destinatari, dei soggetti formatori, degli erogatori dei servizi alle persone e dei soggetti ospitanti i tirocini sarà effettuata con procedura di evidenza pubblica, a partire dalla fine dell’estate. Una volta selezionati, i destinatari saranno presi in carico con attività di orientamento individuale e collettivo a carattere sia generale che specifico. Per tutti i destinatari ci sarà la possibilità di rafforzare le competenze attraverso un’esperienza di tirocinio formativo retribuito della durata di 3 mesi, il cui obiettivo è far conoscere le peculiarità di specifiche esperienze imprenditoriali al fine di comprenderne o mutuarne i fattori di successo, comprendere come integrarsi all’interno di realtà imprenditoriali, sperimentare on the job specifiche competenze.

Il ruolo di Cittadinanzattiva:

Cittadinanzattiva svolgerà queste attività attraverso la sua area Ambiente & Territorio, che si occuperà di fornire al progetto:

  • apporto tecnico-scientifico all’analisi preliminare volta a definire il modello operativo del centro di aggregazione, andando ad analizzare le esperienze italiane più avanzate nell’inserimento di soggetti fragili;
  • facilitazione dei Tavoli di coordinamento e di lavoro tra le organizzazioni che operano sul territorio del capoluogo, al fine di rafforzare il tessuto collaborativo creando sinergie positive tra gli enti e le istituzioni;
  • sostegno al partenariato nello strutturare servizi e procedure di evidenza pubblica che siano il più fruibili possibile per i destinatari degli interventi e rispondenti ai loro bisogni effettivi.

Con questo progetto Cittadinanzattiva conferma il suo impegno a incentivare un’economia duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti e il suo interesse per le attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030.

Il progetto ha una durata prevista di 18 mesi, a partire da aprile 2021 fino a settembre 2022.

Per ulteriori informazioni, contattare la responsabile del progetto Maya Battisti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Progetto realizzato con il finanziamento concesso dalla REGIONE ABRUZZO Dipartimento per la Salute e il Welfare Servizio Politiche per il Benessere Sociale a valere sul Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014-2020 Obiettivo “Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" - Avviso “Agorà spazio incluso”.

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Sulla medicina personalizzata in oncologia è in atto un cambiamento epocale che, sulla base della evoluzione scientifica e tecnologica degli ultimi anni, porterà nel breve periodo a una rivoluzione anche culturale nell’approccio alla cura delle patologie tumorali. Un nuovo approccio “genomico” in grado di dare risposte mirate e personalizzate a ogni singola persona.
Scienza e tecnologia, un binomio perfetto che ha realizzato una innovazione in grado di migliorare la qualità di vita della persona. Nonostante i progressi ottenuti, nella pratica il diritto di accesso all’innovazione e alla personalizzazione delle cure appaiono sempre meno garantite ed agite
Questi i motivi che ci hanno spinto a sviluppare una progettualità finalizzata alla realizzazione di una “Indagine civica” con l’obiettivo principale di monitorare il grado di conoscenza, diffusione e accesso alla medicina personalizzata nel nostro Paese, avendo come “driver” il tema dell’equo accesso alla medicina personalizzata in oncologia.

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Tra le sfide contemporanee assume un valore sempre più rilevante la capacità delle città e dei territori di sapersi trasformare in contesti inclusivi, partecipativi e resilienti, in grado non solo di adattarsi ai cambiamenti, ma anche di saperli fronteggiare attraverso una buona pianificazione nell’uso delle risorse e coinvolgendo direttamente i cittadini.

Esiste un rapporto direttamente proporzionale fra condizioni di vita negli insediamenti umani e partecipazione dei cittadini alla costruzione delle politiche pubbliche. La partecipazione favorisce decisioni più efficaci, servizi più adeguati, una maggiore tutela dei diritti; così come i livelli di vita, di sicurezza e di inclusività degli insediamenti determinano un ambiente favorevole alla qualità della democrazia e al protagonismo delle comunità.

RACCOMANDAZIONESUADERENZATERAPEUTICA

SCARICA LA RACCOMANDAZIONE CIVICA

 

EDIZIONE 2021

La ridotta aderenza terapeutica, ossia il mancato rispetto dei pazienti nel seguire le indicazioni terapeutiche nell’assunzione dei farmaci fornite dal medico proscrittore – problema particolarmente rilevante tra gli anziani e in crescita durante la pandemia -  ha un forte impatto negativo sull’esito delle cure e sui costi assistenziali: a una bassa aderenza si associa un aumento delle ospedalizzazioni, un aumento del rischio di complicanze, la comparsa di eventi avversi derivanti dall’interruzione della terapia, lo sviluppo di resistenze e l’aumento di decessi. 

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la non-aderenza ai farmaci è un fenomeno complesso con ricadute importanti sulla salute dei pazienti e sulla spesa sanitaria diretta. L’OMS ha stimato che nei Paesi sviluppati non più del 50% dei pazienti con malattie croniche rispetta le terapie assegnate (in quanto a dosaggio e tempi di assunzione) e che il trattamento farmacologico nella terapia cronica viene rispettato solo tra il 43% e il 78%.

Dopo la Raccomandazione civica per l’aderenza terapeutica e il focus che ha visto protagonista la Regione Campania, nel quale si sono esplorate le politiche e le azioni a livello regionale per migliorare l'adesione alle terapie, continua il nostro impegno sul tema per promuovere politiche e azioni a livello regionale per migliorare l’adesione alle terapie.

Si partirà con un tavolo nazionale (28 aprile 2021) per attivare un primo confronto tra le istituzioni nazionali e gli attori del sistema salute e lanciare ufficialmente una call per il coinvolgimento delle Regioni.

A seguire infatti saranno organizzati tavoli di lavoro regionali con i rappresentanti delle istituzioni coinvolte, le società scientifiche, il personale sanitario medico e non medico, le associazioni dei pazienti.

Tali impegni, condivisi tra tutte le Regioni, saranno poi integrati all’interno di un documento nazionale (Action Plan e Manifesto per l’aderenza terapeutica) da presentare al Ministero della Salute, chiedendone l’accoglimento e l’attuazione.

 

EDIZIONE 2019

In continuità con la Raccomandazione civica per l'aderenza alle terapie, tra il 2019- 2020 Cittadinanzattiva ha coinvolto due regioni (Campania e Veneto) per fare il punto sull'aderenza alle terapie (strategie, politiche, azioni a livello regionale per migliorare l'adesione alla terapie).

  • 2 think tank regionali (primo seminario in Campania; il secondo in Veneto) per attivare un confronto tra istituzioni regionali, professionisti che lavorano sul campo, cittadini e pazienti.

L'obiettivo è mettere in evidenza, da una parte, le aree più critiche che ostacolano di fatto una migliore adesione, dall'altra individuare le azioni, le strategie che invece hanno portato o porteranno a incidere positivamente sull'aderenza (esempi, progetti, iniziative concrete).
Obiettivo dell'incontro è siglare un impegno concreto a livello regionale (che veda anche il coinvolgimento dei professionisti,  dei cittadini e delle associazioni di pazienti) per l'aderenza (partendo anche da una delle proposte della Raccomandazione);
Dall'altra una proposta da portare a livello centrale/nazionale al Ministero della salute. 
All'esito dei due incontri regionali, verrà costruito un documento di sintesi degli impegni emersi a livello regionale. Tali impegni verranno integrati, all’interno del documento che verrà presentato al Ministero.

La discussione con il Ministero avrà alla base il documento con punti fondamentali emersi dagli incontri regionali (impegni e proposte), affinchè voglia impegnarsi nelle prime azioni\programmazioni per migliore l’aderenza.

 

EDIZIONE 2018

La scarsa aderenza è la causa principale della non efficacia delle terapie ed è associata all’aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità con ripercussioni inevitabili anche sul Servizio Sanitario Nazionale e sulla sua sostenibilità economica.

Per questo, in continuità con le precedenti iniziative #Seguilavita, Cura di coppia e le indagini civiche sul tema dell’aderenza terapeutica, Cittadinanzattiva propone di realizzare una “ Raccomandazione civica per l’aderenza terapeutica”.
L’obiettivo è quello di fotografare lo stato dell’arte sull’aderenza alle terapie ed avere un quadro a livello nazionale e regionale sulle strategie e sugli indirizzi politici futuri per contrastare la scarsa aderenza terapeutica e/o promuovere la piena adesione delle persone al percorso di cura.
La metodologia utilizzata prevede interviste mirate alle Istituzioni regionali e ai responsabili di Organizzazioni/Federazioni/Ordini professionali e Società scientifiche.


Gli ambiti di indagine per la costruzione dell’intervista sono stati concordati all’interno di un Tavolo di Lavoro  insieme ad alcuni rappresentanti di Istituzioni, di Società scientifiche, di Organizzazioni rappresentative delle professioni sanitarie, di Associazioni di pazienti, partendo dai principali nodi che possono incidere sull’aderenza, favorendola o al contrario scoraggiandola.La raccolta e sistematizzazione di tali preziose informazioni saranno utili per tracciare un quadro dell’esistente e costruire le Raccomandazioni civiche, indicazioni puntuali e specifiche rivolte a tutti gli attori che, con le risorse e i poteri posseduti, possono superare le criticità rilevate nella aderenza alle terapie, portare a sistema esperienze che già esistono e incidere positivamente sullo scenario attuale.

Scarica la presentazione dei dati e le otto raccomandazioni.

 

 

Per maggiori informazioni: Katia Salomone: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Anno di realizzazione: in corso

  

Il progetto è reso possibile grazie al contributo non condizionato di:

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15 giornata europea diritti pazienti

The role of civic society and Patients Advocacy Groups for more resilient Health Care Systems. Lessons learned toward a European Health Union
5th & 6th May 2021, from 10:00 to 12:00
Digital Conference

Per partecipare alla Conferenza è necessario registrarsi a questo link (iscrizione obbligatoria).

La XV Giornata Europea dei Diritti del Malato (EPRD) sarà celebrata con un evento virtuale da Active Citizenship Network (ACN) attraverso la tradizionale conferenza multi-stakeholder, focalizzata sull'importanza dell'impegno delle organizzazioni di pazienti e cittadini, con un approccio multisettoriale, per affrontare le minacce sanitarie transfrontaliere, attuali e future.

La conferenza 2021 avrà una duplice struttura, incentrata sulla presentazione di esempi dell’impegno dei cittadini nelle politiche sanitarie in questo particolare momento storico: una prima giornata, dedicata alle sfide sanitarie affrontate dai pazienti non-Covid e una seconda giornata, incentrata sulla resilienza dei sistemi sanitari e dei piani nazionali di immunizzazione.

Infatti, la pandemia causata dal Covid-19 sta mettendo a dura prova i sistemi sanitari che, in tutto il mondo, sono stati costretti ad adattarsi e, in alcuni casi, ad innovare la gestione dell'assistenza per via dell’enorme impatto avuto sulla vita dei cittadini sotto diversi aspetti. Uno dei più importanti è stato l'accesso limitato a diversi servizi sanitari. Active Citizenship Network considera inaccettabile rispondere ai bisogni immediati dei cittadini che affrontano la pandemia di Covid-19 semplicemente chiudendo i servizi. Occorrono, quindi, soluzioni organizzative alternative per garantire continuità e qualità. Il nostro impegno è coinvolgere i cittadini e le associazioni di cittadini in tutta Europa per conoscere e attuare meglio le politiche sanitarie. Crediamo che sia ancora più importante, in questo momento storico, lavorare per costruire una corretta cultura del coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni di pazienti: conoscere e diffondere le buone pratiche e le lezioni apprese durante questa crisi sanitaria del Covid-19.

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Il progetto ENGAGE – Engage Society for Risk Awareness and Resilience, finanziato nell’ambito del Programma europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020 e coordinato dall’istituto di ricerca norvegese SINTEF, affronta la ricerca e l'innovazione sulla resilienza come capacità intrinseca della società di adeguare il proprio funzionamento durante gli eventi avversi di cambiamento e sostenere attivamente le operazioni prima, durante e dopo i disastri.

I disastri naturali e provocati dall'uomo ci ricordano che la capacità delle società di adattarsi e prosperare dipende dall'azione collettiva. Le attuali conoscenze, strategie e metodi per la governance del rischio sociale sono in larga misura concentrati sugli sforzi delle autorità pubbliche per proteggere i cittadini dai danni e garantire la continuità nelle funzioni sociali vitali.

 

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SCARICA LA GUIDA 

La prevenzione è uno strumento per ridurre le disuguaglianze legate a condizioni sociali, economiche e culturali, in tutte le condizioni patologiche, a maggior ragione se parliamo di tumori. Il tasso di sopravvivenza al cancro, infatti, è più alto oggi tra le persone più informate, ma il dato potrebbe modificarsi se ci fosse una maggiore conoscenza dei programmi di screening organizzato, che ancora oggi scontano difformità territoriali sul livello di conoscenza e adesione delle popolazione.

Per questo intendiamo proseguire il nostro compito di informazione e sensibilizzazione sul tema con la campagna #Nonaspettare.

L'obiettivo di questa seconda edizione è quello di raggiungere una larga fascia della popolazione, informarla sui rischi di tali patologie e sull’importanza della prevenzione ed aumentare, di conseguenza, l’adesione agli screening organizzati attraverso il racconto di 8 persone - alcune con patologie croniche - di come hanno vissuto e vivono gli screening durante il periodo Covid.

 

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LA STORIA DI ANGELA 
Sono Angela ho 65 anni. Aderisco sempre all’invito a fare la mammografia, ben sapendo che, in caso di problemi, è meglio affrontarli subito.
Ultimamente purtroppo, dopo l’esame ho dovuto fare degli approfondimenti e l’esito è stato di quelli che non si vorrebbero sentire.  
Sto affrontando questo periodo difficile con l’aiuto delle persone care e con il personale sanitario, gentile e accogliente, che mi indica il  percorso da seguire. Mi sento protetta, vado avanti con fiducia avendo avuto ulteriore conferma dell’insostituibile valore della prevenzione.  

 

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LA STORIA DI LUCIA
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ono Lucia, vivo in Italia da dodici anni, sono moldava e di professione faccio la badante; da quando ho la residenza ricevo regolarmente le lettere di invito a fare gli screening oncologici da parte della AUSL e aderisco sempre perché è una cosa molto importante.
Tutte le mie amiche moldave si sottopongono agli screening. Nel 2020 non ho ricevuto l’invito, probabilmente perché ho cambiato zona di residenza.
Potrei telefonare ma preferisco di no, voglio aspettare che si corrano meno rischi di contagio nel recarsi nelle strutture sanitarie, ho più paura del covid che del cancro.

 

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LA STORIA DI CHIARA
Mi chiamo Chiara, negli ultimi giorni di maggio 2020, alla fine del lockdown, ho scoperto una secrezione mammaria, scoperta che ha stravolto la mia vita. Mi sono attivata immediatamente per fare un controllo e ho trovato posto in clinica il giorno seguente perché molte donne avevano rinunciato allo screening per via del covid. Nessun ritardo a causa dell'emergenza, anzi. Nemmeno un mese dopo, la diagnosi ha confermato il tumore e il 5 agosto ho subito l'intervento di mastectomia e a tutt’oggi sto sostenendo la chemioterapia.    

 

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LA STORIA DI FRANCESCO
Sono Francesco, a 52 anni mi è stato diagnosticato un cancro al colon retto. Sono stato molto fortunato perché prima di questa diagnosi, a causa della mia paura della colonscopia, che era più forte della paura di morire, avevo sempre ignorato il consiglio del mio medico curante che ogni due anni insisteva perché mi controllassi. Ero sano, non avevo casi di cancro al colon in famiglia, dunque non volevo saperne di screening. Solo l’insistenza dei familiari e le prove dell’importanza di un controllo accurato mi hanno salvato la vita. Il cancro è stato preso in tempo ed oggi ho una cura che mi permetterà di vivere più a lungo. 

 

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LA STORIA DI IRINA
Mi chiamo Irina, sono ucraina e vivo in Italia da dieci anni. Ricevo regolarmente l’invito a fare gli screening e partecipo sempre. Nel 2020 però, pur avendo ricevuto a febbraio l’invito per lo screening per il tumore del colon retto, ho dovuto rimandare perché a marzo il servizio è stato sospeso. Nel frattempo ho perso la lettera di invito. Quando a maggio ho telefonato per informare che avevo perso la convocazione mi hanno dato subito un nuovo appuntamento. Il personale è molto gentile e competente, tutte le mie connazionali, qui, aderiscono alla chiamata agli screening.

 

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LA STORIA DI DANIELA
Sono Daniela, nel 2015 mi fu diagnosticato un tumore al colon. Durante la mia esperienza di malattia, ho capito la grande importanza degli screening di prevenzione e consiglio a tutti di approfittare di questa stupenda possibilità che ci viene data. Io mi ritengo fortunata, faccio i miei controlli, ma devo ringraziare del fatto di aver scoperto in tempo, grazie allo screening, questo “mostro” che mi aveva colpito. Sono una persona molto meticolosa nei controlli. Durante il periodo Covid-19, sono riuscita a sfruttare sia il follow up che i controlli dello screening. 

 

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LA STORIA DI VIOLETTA 
Il mio nome è Violetta, vengo dall’Ucraina e sono in Italia da dieci anni; essendo arrivata qui come straniera sento l’esigenza di aiutare le persone straniere ad orientarsi in questo Paese, per questo faccio volontariato. Da anni ricevo regolarmente le lettere di convocazione per gli screening e li ho sempre fatti, perché ne riconosco la grande utilità. A marzo 2020 avevo l’invito per il paptest ma per via del Covid l’ho saltato. Nella lettera comunque c’è scritto che basta presentarsi la mattina senza prenotazione e si può fare lo screening, lo farò quanto prima.  

 

Immagine8LA STORIA DI PAOLA
Mi chiamo Paola, ho 68 anni. Dall’attivazione dei programmi di screening (mammella, utero, colon-retto) ho risposto agli inviti, consapevole della loro fondamentale importanza al fine di una diagnosi precoce e di una cura mirata. Cinque anni fa una mammografia ha dato esito positivo. Il percorso già organizzato, la presa in carico e l’accompagnamento attento e disponibile da parte dei sanitari mi hanno consentito di essere sottoposta tempestivamente a quadrantectomia e radioterapia, continuando ad oggi il follow up consigliato. Devo alla diagnosi precoce l’ottima riuscita della terapia.

 

Anno di realizzazione: 2021 (in corso)

Per maggiori informazioni  contattare
Roberta passerini: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

In collaborazione con :
AMICI ONLUS – ANNA – CNOP – EUROPA DONNA – FAIS FAND – FEDERFARMA – FIMMG -FISMAD FNOPI -GISMa – ONS – SIED

 

Il progetto è realizzato con il contributo non condizionato di

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