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Nel nostro Paese le aree interne rappresentano il 52% dei Comuni, coprono circa il 60% della superficie territoriale e ospitano il 22% della popolazione nazionale. Sono aree che si contraddistinguono per uno spopolamento progressivo e per l’invecchiamento della popolazione residente, con un aumento del livello delle disuguaglianze, sia nell’accesso ai servizi, che nella qualità dei servizi offerti, in particolare la salute e l’istruzione. Sono aree penalizzate da un divario digitale significativo e dalla dismissione progressiva dei servizi a rete, non ultimi sportelli bancari e uffici postali.

L’attenzione a questi problemi e a queste disuguaglianze è parte dell’attività di Cittadinanzattiva in termini di tutela dei diritti e di sostegno ai soggetti in condizione di debolezza nelle aree interne del nostro Paese. A causa della emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo questi territori rischiano essere ancora di più penalizzati in termini di disuguaglianze e di accesso ai servizi. Il Covid ce lo ha insegnato in questi mesi.

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Contesto

Che la salute mentale fosse una vera e propria emergenza in sé, lo dichiaravano numerosi documenti ufficiali (internazionali e nazionali) già prima della pandemia da Coronavirus: la fotografia emersa dall’ultimo report del Ministero della Salute, relativo al 2018, mostra un comparto in profonda crisi: meno personale, posti letto e ricoveri, e incremento di accessi a Pronto Soccorso e spesa per antidepressivi.

Le principali questioni, aperte e denunciate da anni, sono l’investimento economico, il ripensamento dei servizi territoriali alla persona, il sistema di welfare nel suo complesso, il rispetto dei diritti umani, lo stigma.

In un tale contesto l’emergenza COVID-19 ha amplificato l’urgenza di occuparsi di salute mentale, sia in relazione alle criticità socio-economiche e alle situazioni a rischio che ha portato con sé, sia in relazione alle scelte di investimento che potranno esser fatte a partire da quelle criticità, avendo essa messo in evidenza tutti i limiti dell’organizzazione dei servizi territoriali e, soprattutto, le enormi differenze da territorio a territorio. In una fase in cui, in Italia, si prospettano investimenti in sanità e potenziamento dei servizi territoriali, occorre tenere alta l’attenzione sulla questione della salute mentale.

Per questi motivi Cittadinanzattiva ha avviato delle attività in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2020, che quest’anno è dedicata al tema dell’accesso e ha l’obiettivo di accendere i riflettori sull’importanza di questa politica sanitaria a livello mondiale: “Mental Health for All Greater Investment – Greater Access. Everyone, everywhere” lo slogan 2020, che invita tutti all'azione ed evidenzia la necessità di maggiori investimenti nella salute mentale al livello globale, sia durante questa emergenza sanitaria che in seguito.

farmacia farmacista

La Pandemia SARS-CoV-2  ha messo a dura prova i sistemi organizzativi nazionali, regionali, locali in tutto il mondo e stravolto gli abituali processi delle strutture sanitarie, comprese le  farmacie territoriali che sono state - e continuano ad essere- presidi in prima linea contro Covid-19, al pari di tutti gli altri operatori sanitari, e forse più esposti di altri a motivo della loro diffusione sul territorio e all’alto grado di prossimità con cittadini nella svolgimento della  quotidiana attività che non è cessata neanche nella prima e più critica fase emergenziale.

Alla luce di un simile contesto, questa IIIa edizione del Rapporto Annuale sulla Farmacia, quale strumento di politica pubblica - realizzato in partnership con Federfarma e coordinato dall’Agenzia di Valutazione Civica di Cittadinanzattiva - non poteva che essere incentrata sul ruolo sanitario e sociale svolto dalle farmacie in risposta ai bisogni dei cittadini e delle comunità locali nel contesto dell’emergenza Covid-19. Parimenti, la nuova edizione del Rapporto si focalizza sulle difficoltà sperimentate dalla categoria professionale dei farmacisti, sulle sfide e sulle opportunità che una simile congiuntura ha generato con riferimento ad una sempre più urgente integrazione della farmacia nei SSR e SSN al fine di potenziare l’assistenza territoriale.

progetto diabete

L’emergenza covid-19 ha modificato il profilo assistenziale di molte persone, in primis quello dei malati cronici i quali, oltre ad essere maggiormente esposti ai rischi della pandemia, si trovano tutti i giorni a dover fare i conti con la gestione e le complicanze legate alla propria patologia.

Il diabete, ad esempio, continua a rappresentare un rilevante problema di salute pubblica e nel nostro Paese, la diffusione nella popolazione risulta quasi raddoppiata negli ultimi decenni, passando da un 2,9% nel 1980 ad un 5,3% nel 2016. Il diabete influisce sulla mortalità totale e sulle malattie cardiovascolari, degli occhi e degli arti inferiori: le persone con diabete possono infatti soffrire di coronaropatia, di retinopatia che può causare cecità e in alcuni casi, tra le complicanze, si registrano problemi agli arti inferiori che possono portare all’amputazione.

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390 mila decessi l’anno in Europa di cui 10.780 in Italia a causa di un’infezione da batteri antibiotico resistenti. L’Italia, stando ai dati dell’ECDC, risulta al primo posto per numero di morti.

Le stime al 2050 sono di 450mila morti in Europa e 10milioni di morti nel mondo, superiori anche ai decessi per tumori a livello globale, con costi per il nostro Paese anche di 13 miliardi. I dati, allarmanti e drammatici, ci mettono di fronte a una emergenza che impone, ancora di più oggi, interventi urgenti per garantire sicurezza.

L’attuale drammatica emergenza sanitaria legata al COVID 19 pone ulteriormente l’accento sul valore della prevenzione del rischio infettivo nelle strutture sanitarie e socio sanitarie, partendo dall’igiene degli ambienti oltre che da quella personale (lavaggio delle mani). I processi di sanificazione ambientale devono diventare parte integrante delle misure di prevenzione del rischio infettivo, insieme alle pratiche, alle Linee Guida, ai Protocolli sanitari e ai comportamenti atti a garantire la sicurezza dei professionisti, degli operatori sanitari, dei pazienti e delle loro famiglie.

Lavorare sulla loro concreta applicazione è la priorità e la vera sfida, puntando sulla motivazione, sulla formazione del personale e sull’adeguata informazione alla persona.

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Campagna di raccolta fondi lanciata da Fimmg e CittadinanzAttiva per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale da donare ai medici di medicina generale.
Tantissimi medici di medicina generale impegnati a fronteggiare l’emergenza coronavirus operano ancora oggi privi di qualunque dispositivo di protezione individuale (DPI).
FIMMG e CittadinanzAttiva, in attesa che le Aziende sanitarie si ricordino di loro, hanno deciso di lanciare questa raccolta fondi perché non si può attendere oltre: è fondamentale garantire protezione alle migliaia di mmg che operano quotidianamente in prima linea. Per questo abbiamo deciso di raccogliere fondi per l’acquisto di DPI da distribuire a tutti i medici di famiglia impegnati sul territorio, partendo da quelli nelle zone attualmente più interessate dall’emergenza. I DPI sono determinanti peraltro per continuare a garantire l’assistenza, per la protezione stessa dei pazienti che accedono agli studi medici e per quelli più fragili che necessitano di visita a domicilio.

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Cittadinanzattiva attraverso l’Agenzia di Valutazione Civica è uno dei partner del progetto FARI 2 –  Formare Assistere Riabilitare Inserire, finanziato nell’ambito del Fondo Asilo Migrazione Integrazione 2014-2020, che ha l’obiettivo di fornire risposte efficaci ai bisogni di salute fisica e mentale dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale (anche minori) presenti nel territorio della Regione Lazio, attraverso la sperimentazione di modelli di intervento sanitari innovativi ed integrati.

cittadini si diventa

Il progetto è realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Fondaca-fondazione per la cittadinanza attiva , capofila del progetto,  ed altri partner del Terzo Settore e della cittadinanza attiva.

Le attività progettuali sono finanziate a valere sul fondo FAMI e vengono realizzate nelle province di Roma, Pisa, Foggia, Piacenza, Ancona e Treviso, con la collaborazione di partner locali costituiti da associazioni di immigrati o da reti a supporto di gruppi di immigrati e interlocutori pubblici che condividono le finalità del progetto.

OBIETTIVI
L’obiettivo del progetto è di fornire un contributo alla programmazione di politiche di inclusione più pertinenti, di ridurre i rischi e i conflitti che accompagnano il processo di integrazione e di promuovere forme di dialogo e di scambio con le istituzioni pubbliche affinché vengano date risposte sempre più adeguate alla realtà degli stranieri in Italia.

FINALITÀ
Sperimentare modelli di collaborazione tra enti locali e organizzazioni di stranieri attraverso la progettazione partecipata di azioni tese a migliorare l’accesso ai servizi degli immigrati e a contribuire alla elaborazione
di politiche pubbliche locali
che tengano conto del punto di osservazione degli immigrati, delle loro esperienze e conoscenze dei servizi.

Il progetto si propone di sostenere efficaci percorsi di coinvolgimento dei cittadini di paesi terzi e delle loro associazioni in qualità di attori responsabili in grado di incidere nella definizione delle politiche pubbliche locali in materia di integrazione sociale e culturale.

I PARTNER LOCALI

  • Cittadinanzattiva APS, Treviso
  • Associazione Bosnia Erzegovina Oltre i Confini, Piacenza
  • Associazione Africa United, San Severo (FG)
  • CSV Lazio – Centro di Servizi per il Volontariato, Roma
  • CSV Marche - Centro Servizi per il Volontariato, Ancona
  • Tavola della Pace e della Cooperazione, Pontedera (PI)

ATTIVITÀ
L’intervento si realizza in sei territori di altrettante Regioni e intende rafforzare l’associazionismo e sostenere efficaci percorsi di coinvolgimento dei cittadini di Paesi terzi in qualità di attori responsabili in grado di incidere nella definizione delle politiche pubbliche locali in materia di integrazione sociale e culturale.

Le principali attività:

  • Attivazione della rete territoriale e coinvolgimento degli operatori dei servizi pubblici;
  • Ricognizione sugli ostacoli alla partecipazione dei cittadini stranieri nella definizione delle politiche locali;
  • Seminari e corsi di formazione con operatori degli enti pubblici locali e i rappresentanti delle associazioni di immigrati su temi quali il monitoraggio dei servizi, la cura e rigenerazione di beni comuni, la partecipazione civica, la prevenzione e gestione dei conflitti;
  • Interventi di capacity building rivolti agli stranieri e alle loro associazioni allo scopo di rafforzare capacità e competenze per la elaborazione di proposte e progetti, la comunicazione di attività e iniziative, la valutazione civica, lo sviluppo di azioni di advocacy per la tutela di specifici diritti, il monitoraggio di problemi e situazioni, la ricerca di fondi;
  • Progettazione partecipata, con il contributo di operatori degli enti locali e delle associazioni di immigrati, allo scopo di individuare le forme di partecipazione attraverso cui gli stranieri possono contribuire alla definizione dei problemi, alla individuazione delle soluzioni e alla programmazione degli interventi per il miglioramento della qualità e delle modalità di accesso ai servizi;
  • Sperimentazione di modelli partecipativi attraverso la messa in opera dei progetti sperimentali di collaborazione tra enti locali e immigrati (es. monitoraggio della qualità dei servizi, valutazione civica, campagne di comunicazione e di advocacy, cura di beni comuni, ecc.);
  • Definizione dei modelli di partecipazione;
  • Presentazione e scambio delle esperienze realizzate in occasione del convegno conclusivo del progetto.

RISULTATI ATTESI
Il principale mutamento che si vuole conseguire è quello di far sì che le amministrazioni locali possano riconoscere gli immigrati come attori responsabili nella definizione delle politiche pubbliche e per la verifica di qualità dei servizi, e non più come meri utenti o destinatari passivi di interventi.

 

Anno di realizzazione: 2018/2020 - in corso

Per maggiori informazioni:Valentina Ceccarelli v.ceccarelli@cittadinanzattiva.it

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Scarica il documento finale

Scarica la bibliografia della normativa regionale

 

II EDIZIONE 

Una “Matrice per la qualità delle pratiche partecipative in sanità” che, partendo dall’individuazione dei rischi e delle opportune azioni per minimizzarli, diventi uno strumento utile per le istituzioni, al fine di improntare e modificare in corso d’opera le pratiche partecipative nelle politiche sanitarie pubbliche e garantire un effettivo ed efficace coinvolgimento dei cittadini. È questo il risultato finale della prima edizione del progetto “Consultazione sulla partecipazione civica in sanitàche, con un processo di consultazione ha coinvolto 100 stakeholder della salute.

La messa a punto della Matrice per la qualità delle pratiche partecipative rappresenta per Cittadinanzattiva un punto di arrivo e al contempo un punto di partenza per la diffusione e l’implementazione della Matrice stessa.

Nonostante esistano infatti leggi che promuovono il coinvolgimento dei cittadini nelle politiche sanitarie, a partire dalla legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, la democrazia partecipativa non è di fatto praticata sistematicamente in modo diffuso su tutto il territorio nazionale e spesso lo è solo in modo formale.

Con il nuovo Patto per la Salute 2019-2021, però, alla Scheda 14 “Strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari” si fa esplicito riferimento all’importanza di un coinvolgimento qualificato dei cittadini.

La presenza di questo elemento all’interno del Patto per la Salute rafforza maggiormente l’esigenza di Cittadinanzattiva di proseguire le attività sul tema, con l’avvio di una seconda edizione del progetto.

L’obiettivo è quello di consolidare un Osservatorio sulla partecipazione in sanità e di avviare subito due percorsi – di livello regionale – di formazione e sperimentazione, a partire dalla Matrice sulla partecipazione.

I due percorsi regionali, uno da realizzare in Piemonte e l’altro in Sicilia, sono coordinati dalla Scuola Civica di Alta Formazione di Cittadinanzattiva e prevedono:

-        un evento regionale di presentazione del programma di attività, del progetto "Partecipazione civica in sanità: qualificare le pratiche di democrazia partecipativa. Seconda edizione" con il coinvolgimento di un gruppo multi-stakeholder regionale che avrà un ruolo fondamentale nel ricostruire e condividere un contesto locale sulla partecipazione in ambito sanitario, evidenziandone le buone pratiche e i nodi critici;

-        un laboratorio di formazione e sperimentazione che, a partire dalla “Matrice per la qualità delle pratiche partecipative” e dalla analisi delle pratiche effettivamente realizzate sui territori, costruisca e applichi un set di indicatori per la valutazione delle pratiche;

-        un evento pubblico di confronto sui risultati dei percorsi regionali.

 

Per avere maggiori informazioni scrivere a: Claudia Ciriello Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Daniela Mondatore Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Anno di realizzazione 2020-2021: in corso

 

Il progetto è realizzato con il contributo non condizionante di:

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I EDIZIONE 

 

La partecipazione civica rappresenta da sempre un elemento strategico del Servizio Sanitario Nazionale, e punto cardine per atti e strategie internazionali come: la Dichiarazione di Alma Ata, la Carta di Bangkok, la Conferenza globale sulla promozione della salute di Nairobi; ma nonostante questo esistono ancora barriere che impediscono ai cittadini di apportare contributi alle diverse fasi di cui si compone il ciclo delle politiche pubbliche. Negli ultimi anni hanno iniziato a farsi strada alcuni processi di coinvolgimento dei cittadini, ma molta strada c’è ancora da fare perché la partecipazione dei cittadini alle politiche sanitarie divenga fattiva ed effettiva.

Proprio nell’ottica del superamento di tali barriere e del rafforzamento dell’empowerment dei cittadini nasce il nostro progetto “Consultazione sulla partecipazione in sanità”, che vuole dare un contributo al superamento di tali ostacoli, con l’obiettivo generale di un maggior empowerment e coinvolgimento civico nell’ambito sanitario.

Il progetto si avvarrà, appunto, della metodologia delle consultazioni con il coinvolgimento di un centinaio tra referenti civici, delle istituzioni e altri stakeholder, provenienti da tutta Italia, individuati sulla base di criteri predefiniti e trasparenti.
La Consultazione è un evento della durata di 1/2 giorni, durante il quale i 100 partecipanti, precedentemente preparati mediante invio di apposito materiale predisposto - divisi in 10 tavoli da 10 e guidati da un facilitatore per tavolo che conduce la discussione secondo uno schema strutturato - lavorano per produrre proposte/soluzioni. Il frutto del lavoro condiviso confluirà in un documento.

L’evento di consultazione sarà preparato e seguito da due momenti online: un’indagine preliminare per mettere a fuoco ostacoli e sfide, e una consultazione del documento provvisorio - messo a punto a seguito dell’evento - per raccogliere commenti.

Per realizzare tale lavoro si ritiene indispensabile una stretta collaborazione tra professionisti, istituzioni e cittadini/pazienti e ci si avvale del contributo di un Comitato Scientifico multistakeholder che possa dare al progetto un valore aggiunto, contribuendovi e sostenendolo nei passaggi fondamentali. Ne fanno parte rappresentanti di Associazioni di pazienti, anche aderenti al Coordinamento delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva, operatori della sanità, Istituzioni, Enti di Ricerca/Università ed esperti che operano sul tema, per le conoscenze e competenze tecnico-scientifiche e per l’esperienza sulle politiche di partecipazione civica in generale e in ambito sanitario.

Scopri la nostra indagine sull’esperienza di coinvolgimento vissuta da organizzazioni civiche/Associazioni coinvolte in pratiche partecipative attivate da Aziende sanitarie/ospedaliere e Assessorati regionali alla salute.

       

Per avere maggiori informazioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Anno di realizzazione 2017-2019: concluso

 

 

Il progetto è realizzato con il contributo non condizionante di:

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"Non c'è salute senza salute mentale" non è solo uno slogan, ma un invito a riaffermare e impegnarsi affinché la salute mentale, ancora poco riconosciuta e dimenticata, sia parte integrante e abbia la stessa dignità di quella fisica. E la tutela della salute intesa nella sua accezione più ampia, come benessere fisico, mentale e sociale, è uno dei diritti fondamentali dell’individuo e della collettività sancito dalla nostra Costituzione. Partendo da questi principi fondamentali, Cittadinanzattiva ha scelto di occuparsi di salute mentale, attraverso la campagna di informazione e sensibilizzazione “In equilibrio” che verrà diffusa attraverso i nostri profili social Facebook e Instagram con l’hastag #InEquilibrio

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